Eccoci tristemente giunti alle battute finali della settima stagione di Sons of Anarchy; siamo, infatti, all’alba del preludio e in Red Rose si consumano le storyline più attese, in maniera più o meno soddisfacente.
Ci troviamo di fronte all’episodio più importante dell’intera stagione, ancor più del season finale in termini di storia e, contrariamente a ogni tipo di aspettativa – specialmente se considerato il magnifico episodio che lo ha preceduto – è riuscito a lasciarmi con l’amaro in bocca in un modo che credevo che Sons of Anarchy non avrebbe mai fatto.
Anche il fan più accanito della serie deve ammettere che la settima stagione è stata debole sotto molti punti di vista, si è preoccupata troppo delle questioni dei vari club e non abbastanza delle altre cose, quelle che dovevano rappresentare il cuore del final ride. Purtroppo, e lo dico davvero con un grande rammarico, non importa quanto potrà essere meraviglioso il season finale, non lo sarà mai abbastanza per rendere soddisfacente una stagione così altalenante.
Ma partiamo dalle cose che, almeno momentaneamente, sono le meno importanti; Jax deve affrontare le conseguenze delle sue disastrose azioni: si incontra con i Presidents degli altri Club e così ha modo di spiegare la sua versione dei fatti. Niente più bugie che si sommano ad altre bugie, Jax finalmente riesce a essere onesto e a confessare i suoi crimini senza andare alla ricerca di scappatoie facili. Quindi, ammette di aver ucciso Jury, condannandosi a morte a sua volta. Tutti quanti sanno qual è il prezzo da pagare per l’omicidio di un altro membro del club, ed è con la morte stessa. Inoltre, un presidente che uccide un altro presidente, lancia un messaggio che non può essere ignorato. Quello che vediamo è un uomo schiacciato dalla verità che ha tristemente appreso, che cerca la redenzione per tutti i crimini commessi e non più giustificati dal suo bisogno di vendetta; infatti, tutti i corpi sotterrati in questa stagione sono il risultato delle menzogne di Gemma e questo rende completamente vana ogni decisione e azione svolta da Jax fino a ora. Per l’intera durata dell’episodio vediamo Jax mosso da una calma così stoica che può essere giustificata solo dalla rassegnazione ai suoi errori e questo lo accompagna sia nelle decisioni più leggere, che in quelle più importanti. Abbiamo detto che si libera la coscienza di ogni peso che la opprimeva mentre si trova con i presidenti degli altri club, ma non riesce a farlo completamente con i membri del proprio. Gli rivela la verità su Gemma, ma continua a tenerli all’oscuro delle sue decisioni, riducendosi a metterli di fronte al fatto compiuto (ne è un esempio lampante la riunione con gli altri Pres). Il club, in particolar modo Chibs, si limitano a essere delle parti passive che scodinzolano ed eseguono gli ordini. Nessuno, specialmente il VP, mette in discussione le decisioni di Jax e nessuno prova a ribellarsi. Ora come ora è sempre più chiaro che con la morte di Bobby è l’unica speranza che avevano i Samcro di salvare il club dai suoi stessi membri invertebrati.
Mi è sembrata particolarmente insensata la nuova storia aperta con gli irlandesi, che poteva del tutto essere evitata. Non trovo il senso di aprire una nuova storyline poco prima del series finale, costringendoci ad assistere a un insieme di cose di cui non ci frega niente, quando invece vorremmo vedere altro. Che poi, a pensarci bene, questo potrebbe essere il riassunto di tutta questa settima stagione: Sutter si è concentrato così tanto su alcuni argomenti, rendendoli particolarmente insopportabili. Tutto sommato, di tutte queste dinamiche del club – anzi, di tutti i club che hanno composto questa settima stagione – ce ne fregava ben poco e considerando la morte di personaggi importanti che si è concentrata in questo solo episodio, forse avrebbe potuto diluire più omogeneamente la cosa, magari dando meno spazio ad alcune dinamiche del club.
Prendiamo a esempio Juice. Era davvero necessario farlo vivere così a lungo? Per quanto la sua morte sia stata bella e, in un certo senso, onorevole, se il tutto fosse accaduto qualche puntata fa probabilmente non avrei assistito a essa con un certo menefreghismo e impassibilità. Ormai il povero Juice era un morto che camminava, usato come pedina o come antistress a seconda delle necessità, sballottolato da una parte e dall’altra senza un vero e proprio motivo. La sua redenzione era impossibile, eppure è stato strizzato come un panno bagnato, un po’ come era successo con Clay nella scorsa stagione. Quello di far soffrire i suoi personaggi anche più del necessario è un marchio di fabbrica di Sutter, noi fan di Sons of Anarchy lo sappiamo bene, ma questo suo feticismo per la sofferenza a lungo andare perde di efficacia. Ciò non toglie che la morte di Juice è stata la più bella, probabilmente dell’intera stagione. Nonostante la codardia che lo ha caratterizzato ultimamente, muore con onore e in un modo che possa dare dei vantaggi al suo club, come ultima ammenda nei loro confronti. Questo non basta a riscattarlo, nemmeno verso chi, come me, lo ha difeso fino a quando ha potuto, ma se non altro gli ha concesso qualche secondo finale di gloria: ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita da traditore, ma almeno è morto con onore.
Del tutto insoddisfacente, invece, è stata la morte di Gemma e quella del tutto accessoria di Unser. Troviamo Gemma in fuga ma scopriamo ben presto che non sta fuggendo al suo destino, al contrario gli sta andando incontro per morire secondo le sue condizioni. Viaggia per raggiungere il padre, ricoverato in una casa di cura per anziani, ed è proprio insieme a lui che Gemma trascorre le sue ultime ore mentre cerca di fare pace con il suo passato per conciliarlo con il suo presente. Da lì si reca nella sua casa di infanzia e attende l’arrivo di Jax, abbracciando in pieno il suo destino. Dopo aver passato un’intera stagione ad aspettare questo evento e questo confronto, posso dichiararmi completamente e totalmente insoddisfatta. Ancora una volta la Regina ha dettato legge, imponendo al figlio la morte che lei voleva; quindi sì, le vite della gatta sono terminate, ma no, non c’è nessun senso di giustizia (e nemmeno appagamento) nel vederla distesa a terra ricoperta dal suo stesso sangue. Ma grazie alla sua morte siamo riusciti a ricordare di cosa parla veramente Sons of Anarchy: non parla di un club che si districa tra le attività più o meno legali nel quale è immischiato, ma parla delle scelte che sono costretti a prende e con le quali devono convivere questi anti-eroi, parla del senso di giustizia che va oltre la morale e del precario equilibrio che c’è tra il giusto e lo sbagliato.
Completamente inaspettata – a tal punto da meritarsi un posto nel Best of the Week come Miglior colpo di scena, nonostante in essa non ci sia proprio niente di “best” – è stata la morte di Unser. Un uomo che è sopravvissuto al cancro, a una vita da poliziotto in una città corrotta, che è riuscito a destreggiarsi tra delinquenti più o meno pericolosi, si ritrova a morire in un modo del tutto ingiustificato. Jax decide di uccidere uno dei suoi più vecchi e fidati alleati quando per lui sarebbe stato ugualmente facile tramortirlo, e per che cosa? La stessa Gemma non stava opponendo resistenza alla sua morte ma l’ha abbracciata con elegante rassegnazione, allora perché aggiungere l’ennesimo cadavere di un innocente ai tanto già impilati?
Ma tra le cose peggiori che Jax poteva fare – ed ha fatto – andare a letto con Wendy è sicuramente quella più di cattivo gusto, per non dire schifosa. Jax, dopo aver ucciso sua madre, la stessa persona che a sua volta aveva ucciso sua moglie, torna nella casa che aveva condiviso con Tara e, nello stesso letto nel quale aveva dormito con lei, si tromba Wendy. Nessuno, oltre me, pensa che ci sia qualcosa di terribilmente disgustoso in tutto questo? Jax è davvero così rammollito da non riuscire a stare senza infilare l’uccello da qualche parte? E dire che, alla fine dei conti, vederlo con quella prostituta così simile a Tara nell’aspetto non è stato fastidioso come è stato vederla con Wendy.
In conclusione vi invito a passare nella pagina di Sons of Anarchy Italia e Charlie Hunnam Italia.
Il sesso con Wendy non rimanda a una sensibilità prettamente maschile.
Io l’ho trovato ridicolo e totalmente fuori luogo. Non rovina del tutto un buon episodio (buono abbastanza, se non altro.) ma contribuirà a non farmi affatto rimpiangere la fine di una delle mie serie preferite.
Condivido ogni singola parola. Nonostante abbia amato molto questa serie quest’ultima stagione devo ammettere che non è stata all’altezza delle mie aspettative. Cercavo un epilogo che sapesse prendermi a calci nello stomaco e lasciarmi straziata come fece six feet under ma credo che l’errore di Sutter -che tra l’altro lo accomuna ad amleto- sia stato quello di rimandare l’azione, di non aver saputo cogliere l’occasione al momento giusto. (In varie occasione, anche da te citate) Rimandare la vendetta unito ad un epilogo già noto fin dall’inizio da tutti ne ha determinato una sorta di distacco emotivo dello spettatore proprio nel momento decisivo. La morte di gemma perde del tutto la sua efficacia. Per quanto riguarda il sesso con wendy..ho pensato esattamente le stesse cose e sono giunta alla triste conclusione che purtroppo in ‘dettagli’ come questi emerge un approccio ed una sensibilità tipicamente maschile..in una serie dove il bromance la fa da padrone queste cadute un po mi deludono. Detto ciò…ho amato e continuerò ad amare questa sanguinosa tragedia familiare